PIANO DEL COLORE
CAVALLINO
PIANO DEL COLORE BOERO PER CAVALLINO (LE)
PIANO DEL COLORE BOERO PER CAVALLINO: BOERO HA COLLABORATO AL RECUPERO DEL SITO ARCHEOLOGICO
Cavallino rappresenta uno dei siti archeologici più importanti della Puglia ed è stato oggetto del piano del colore Boero per Cavallino. Gli scavi mostrano come, nel VI secolo a.C., un villaggio di capanne dell’Età del Ferro si trasformò in un insediamento proto-urbano. La straordinaria conservazione della città arcaica, abitata dai Messapi, si deve alla sua distruzione avvenuta nella prima metà del V secolo a.C. e all’assenza di significative sovrapposizioni posteriori.
Dopo un lungo periodo di abbandono, l’area archeologica è al centro di un ampio progetto di valorizzazione - piano del colore Boero per Cavallino - ad opera del comune, dell’Università di Lecce, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della provincia di Lecce e della regione Puglia. La creazione del Museo Diffuso, avviato nel 1999 con l’allestimento del Cantiere Scuola di Archeologia dell’Università, permette oggi la sperimentazione di forme innovative di fruizione in cui l’archeologia dialoga con l’ambiente naturale e con il paesaggio rurale salentino.
Il primo insediamento moderno di Cavallino è databile intorno al XV secolo. Sul banco roccioso affiorante, lungo la curva di livello dei 45,00 metri s.l.m., perpendicolare all’antico asse di Via Crocifisso, si andarono attestando le prime abitazioni, poste una a fianco all’altra. Sulla scelta del sito ha senz’altro influenzato la preesistenza dei resti archeologici dell’antica città messapica, e quindi la possibilità di riutilizzare materiale da costruzione quale pietre, tegole, lastre dell’abitato arcaico. Lungo questo greve, seguendo le attuali Via dei Murroni e Via Giancastello, in alto si sistemarono le prime abitazioni dagli schemi tipologici estremamente semplici. Costruzioni fatte di pietrame informe, coperte da un tetto di tegole a una o due falde sistemate su uno strato di canne e malta. Case composte da un unico ambiente a pianta quadrata o rettangolare. La successiva espansione secentesca nella parte bassa del terreno alterna aree densamente abitate a grandi spazi recintati. Alle piccole case già esistenti sono accorpati nuovi organismi. Le abitazioni per aggregazione diventano più articolate fino a generare il nuovo tipo edilizio della casa a corte, tipico esempio di architettura minore del Salento. Le costruzioni si dispongono intorno ad uno spazio scoperto. L’edilizia domestica è tutta organizzata intorno a questi spazi semi pubblici in cui si tessono i rapporti sociali degli abitanti.
La nuova edificazione avviene lungo Via Crocifisso, Via Vittorio Emanuele III, e Via Cavour. Il Piano del Colore, con le diverse gamme cromatiche di progetto, è stato elaborato mantenendo le cromie esistenti idonee, riproponendo i colori storici e inserendo tonalità diffuse in ambiti simili.