RESTAURO
PALAZZI DEI ROLLI,
GENOVA
RESTAURO DEI PALAZZI DEI ROLLI, GENOVA
I PRODOTTI VERNICIANTI BOERO PROTAGONISTI DEL RESTAURO DEI PALAZZI DEI ROLLI
Il 13 luglio 2006, la speciale commissione Unesco riunita a Vilnius, capitale della Lituania, inserì fra i siti patrimonio dell'umanità il sistema delle Strade Nuove di Genova insieme a 42 dei 163 palazzi iscritti almeno in una delle cinque liste ufficiali della Repubblica di Genova (Rolli del 1576, 1588, 1599, 1614 e 1644). Boero ha lavorato al fianco degli specialisti per il restauro dei palazzi dei Rolli, Genova. Ogni palazzo è stato affrontato nel dettaglio della sua storia e della sua unicità. Predominano gialli ocra, verdi, rosa e rossi genovesi, ma possono far bella mostra di sé anche azzurri carta zucchero associati a dolci toni panna, che rispettano al meglio le scelte progettuali degli artisti che li curarono in un’epoca lontana, ricca e prosperosa, e dei committenti che li vollero.
I palazzi dei Rolli sono dei palazzi nobiliari che, al tempo dell'antica Repubblica, erano obbligati, sulla base di un sorteggio pubblico dalle liste degli alloggiamenti pubblici, dette rolli, ad ospitare le alte personalità che si trovavano a Genova in visita di Stato. Essi comprendono una serie di edifici tardo-rinascimentali e barocchi a tre o quattro piani con spettacolari scaloni aperti, cortili e loggiati che si affacciano su giardini. Molti degli interni, nonostante il trascorrere dei secoli, presentano le decorazioni originali dei maggiori autori del manierismo e del barocco genovese. In epoche successive, le medesime abitazioni hanno ospitato viaggiatori illustri che includevano il capoluogo ligure nel loro Grand Tour.
Palazzo Interiano – Piazza Fontane Marose 2: costruito da Francesco Casella per Paolo Battista e Niccolò Interiano tra il 1565 e il 1567, fu poi Centurione, quindi Grimaldi (1797) e Vivaldi Pasqua, che restaurano ampliamente il palazzo, ampliandolo verso nord (architetto Pietro Pellegrini, 1844 - 1851) e infine Pallavicini. Presenta un prospetto poco leggibile con quadratura architettonica a nicchie e figure (Lazzaro e Benedetto Calvi, secoli XVI - XVII), così come sul prospetto posteriore. Sul fianco sinistro del palazzo restano tre epigrafi dei Padri del Comune (1206, 1427, 1559) a testimonianza delle fontane Amorose o anche Marose, demolite con l'apertura di via G. Interiano.
Palazzo Airolo Negroni – Piazza Fontane Marose 3-4: ultimato nel 1562 per Francesco De Ugarte, ambasciatore della Corona spagnola presso la Repubblica, venne accorpato all’edificio adiacente nel 1614 e iscritto nell’elenco dei Rolli nel 1614.
Palazzo Tobia Pallavicino – Via Garibaldi 4: il palazzo, oggi sede della Camera di Commercio, fu costruito tra il 1558 e il 1561 per Tobia Pallavicino da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco con la collaborazione di Bartolomeo Riccio, Domenico Solari e Antonio Roderio. La galleria dorata che chiude la struttura settecentesca del palazzo costituisce un esempio significativo del gusto Rococò a Genova. Fu interamente ideata dal De Ferrari tra il 1734 e il 1744 seguendo un disegno unitario che fonde insieme stucchi dorati, specchi e affreschi. Nel medaglione centrale della volta e nei tondi su tela vengono svolti gli episodi più importanti dell'Eneide: dal concilio degli dei all'uccisione di Turno.
Palazzo Andrea e Gio. Batta Spinola – Via Garibaldi 6: iniziato nel 1563 dall'architetto Bernardino Cantone per Giovanni Battista e Andrea Spinola, dopo i gravi danni subiti nel bombardamento della flotta francese del 1684, la facciata ricevette l'attuale decorazione a stucco.
Palazzo Lomellino Podestà - Via Garibaldi 7: fu costruito tra il 1559 e il 1565 da Giovanni Battista Castello detto il Bergamasco e da Bernardo Cantone per volere di Nicolosio Lomellino. Fu iscritto nell’elenco dei Rolli nel 1614.
Palazzo Pietro Spinola - Piazza di Pellicceria 3: il palazzo si affaccia sulla piazza di fronte alla Galleria Nazionale di palazzo Spinola. È inserito nei Rolli (1588, 1599 e 1614) a nome di Pietro Spinola ed eredi.
Palazzo Francesco Fieschi - Via di Scurreria 6: il lotto originario, ristrutturato, conserva parte della volumetria originaria che si è salvata dal riordino della piazza di San Lorenzo attorno al 1840.