SIMONA
MARZOLI

ARCHITETTO D’INTERNI

Le 18:31 della sera segnano, idealmente, un nuovo ritorno a casa e un nuovo inizio. Era questo il momento in cui, secondo l’antica ora italica, nasceva il giorno. È l’attimo in cui ci si può spogliare della formalità per indossare metaforicamente la propria spontaneità. È la scansione tra la nostra operatività, i nostri doveri ed il piacere delle nostre abitudini. Alle 18:31 della sera i colori ci gratificano, ci avvolgono, ci sostengono, perché ogni conclusione ha già in sé un nuovo principio.
In questo scenario rassicurante, riesco a scorgere tre attori: la palette Boero, la luce che la rende dinamica e noi che la viviamo, divenendo spettatori attivi e partecipi del cambiamento. Le nostre case si trasformano in preziose scenografie e diventano contenitori di immensi patrimoni di relazioni ed affetti, accesi, accompagnati e assecondati dal colore. Le 18:31 della sera sono la scintilla che innesca relazioni profonde tra questi elementi cardine che, in uno scambio continuo di ruoli, generano effetti inusuali e sempre diversi.
Alle 18:31 della sera Boero non è più soltanto un mero argomento da cantiere, non è più solo un partner professionale, ma diventa un complice fidato delle nostre sceneggiature e, con esse, delle nostre emozioni.