DECORAZIONE SALE
MOSTRA
BERNARDO STROZZI,
GENOVA
DECORAZIONE DELLE SALE DELLA MOSTRA DEDICATA A BERNARDO STROZZI, GENOVA
I PRODOTTI VERNICIANTI BOERO POTRAGONISTI DELLA DECORAZIONE DELLE SALE DELLA MOSTRA DEDICATA A BERNARDO STROZZI: LA CONQUISTA DEL COLORE
Boero ha collaborato alla decorazione delle sale della mostra dedicata a Bernardo Strozzi e ha sposato con gioia la splendida retrospettiva, inserita all’interno di una cornice di assoluto prestigio, il cinquecentesco Palazzo Lomellino di Via Garibaldi, perla tra i Palazzi dei Rolli, Patrimonio dell’Umanità Unesco, affrescato dallo stesso Strozzi. Boero è stato il partner del colore per l’evento, attivo nella consulenza e nella fornitura delle tinte dell’allestimento. I curatori hanno compiuto per esso scelte coraggiose, prediligendo toni importanti, decisi, senza paura: un giallo oro leggermente desaturato per l’esposizione a Palazzo Lomellino e un blu cobalto brillante per la mostra collegata a Palazzo San Giorgio. Grazie a questa opportunità, Boero si è ispirato per una piccola e delicata capsule collection, una selezione di tinte ad edizione limitata, dedicata alla decorazione d’interni.
Il 1600 è stato il secolo d’oro dei genovesi: nuovi palazzi, nuove vie, decorazione di esterni e interni con articolati affreschi multiformi. Si tracciano mura maestose e si finalizzano possenti opere portuali. In questo ambito spumeggiante opera Bernardo Strozzi, il cui vero nome è Bernardo Pizzorno, è un religioso, anche se probabilmente di vocazione forzata. Bernardo entra in convento giovanissimo ma la sua passione è dipingere. Improvvisamente, abbandona gli abiti consacrati e si crea un’altra vita, una vita da artista. Incontra i grandi coloristi lombardi, ammira Caravaggio, a Genova studia i fiamminghi, Rubens, Van Dyck, va a Roma, a Milano e poi a Venezia. I suoi soggetti li raffigura come vuole lui e se un committente non gradisce e lo rimprovera (come accadrà a Palazzo Lomellino con i Centurione), prende pennelli e colori e lascia l’affresco a metà. Un tipo focoso, ma indubbiamente un grande Maestro del colore. I colori sono il suo marchio, la sua firma più autografa, come il rosa Strozzi. I ricercatori hanno rinvenuto una sua nota, un appunto scritto a mano, dove il pittore chiede ad un collaboratore di acquistare per lui dei pigmenti. Tra questi, l’artista segna una buona quantità di «biacca genovese».
L’affresco Allegoria della Fede che sbarca nel Nuovo Mondo ha tinte importanti, mitigate da un tratteggio morbido e chiaroscurale: ha dato lo spunto per caratterizzare uno spazio di passaggio, che aveva bisogno di una nota dominante per diventare punto focale dell’ambiente. La Madonna con Gesù e San Giovannino è un quadro devozionale intimo, che gioca su pochi toni e su dolci rimandi di gesti e di sguardi tra i protagonisti. I colori neutri si abbinano con raffinatezza a ori e rossi desaturati, trasmettendo sensazioni di accoglienza e calore. L’Allegoria dell’Astrologia è uno degli affreschi di Palazzo Lomellino rimasti incompiuti, forse è per questo che i toni sono netti, quasi crudi nella loro potente intensità. Essi sono stati reputati ideali per vivacizzare ambienti shabby chic, provandoli in una sala di lettura open space da dove essi possono dialogare liberamente con l’ocra dominante della vicina camera da letto. Nella Carità si trova una forte predominanza di colori freddi, il verde nuovo mondo in particolare. Qui l’abbinamento è traversale: da un soggetto sacro, con rispetto, si passa ad una palette raffinata che nobilita una zona di forte frequentazione, come il bancone di un angolo ristoro.
Risultato? La modernità e la bellezza di colori senza tempo, anche questa è la cultura del colore.